Algoretica. Educare all’etica dell’intelligenza artificiale nella scuola

La scuola nell’era degli algoritmi

L’intelligenza artificiale non è più un orizzonte tecnologico: è una realtà educativa. Nelle aule italiane, l’IA entra silenziosamente attraverso assistenti digitali, piattaforme di apprendimento adattivo, strumenti di scrittura generativa e applicazioni di analisi dei dati. Come ricorda il Ministero dell’Istruzione e del Merito nelle Linee guida per l’introduzione dell’Intelligenza Artificiale nella scuola (MIM, 2025), «l’IA può migliorare i processi gestionali e didattici, ma deve essere adottata in modo consapevole, responsabile e antropocentrico».
Da qui nasce il concetto di Algoretica: una nuova educazione all’etica degli algoritmi, necessaria per formare cittadini competenti, liberi e responsabili nel mondo digitale.

AlgorEtica: cosa significa

“Algoretica” è un neologismo che unisce algoritmo ed etica.
Non si tratta solo di “insegnare a usare bene l’intelligenza artificiale”, ma di educare a comprenderne i valori, le implicazioni e i limiti.
L’etica dell’IA, come delineata nell’AI Act (Reg. UE 2024/1689), si fonda su principi di trasparenza, equità, non discriminazione e controllo umano. L’articolo 4 del Regolamento europeo classifica i sistemi di IA per rischio, stabilendo che quelli utilizzati in educazione rientrano tra i “sistemi ad alto rischio”, poiché influenzano percorsi di apprendimento e opportunità di vita.
L’AlgorEtica diventa così una competenza civica e digitale, parte integrante dell’alfabetizzazione contemporanea.

Etica e cittadinanza digitale: dalle policy alle pratiche

Le Linee guida MIM 2025 traducono l’approccio europeo in chiave nazionale.
Tra i principi di riferimento si trovano tre parole chiave:

  • Antropocentrismo – l’IA deve restare “a servizio dell’uomo”, non sostituirne la responsabilità.
  • Consapevolezza – docenti e studenti devono conoscere i meccanismi algoritmici, per evitare un uso ingenuo o passivo.
  • Responsabilità – chi progetta, adotta o utilizza l’IA deve rispondere delle proprie scelte in termini di equità, privacy e impatto educativo.

Questi principi si intrecciano con il DigComp 2.2, il Quadro Europeo delle Competenze Digitali per i Cittadini (JRC, 2022), che introduce la capacità di interagire in modo critico e sicuro con sistemi basati su IA, riconoscendo bias e limiti decisionali.

Educare all’Algoretica a scuola

Portare l’Algoretica a scuola significa formare menti critiche e consapevoli attraverso esperienze concrete.
Le Linee guida MIM sull’IA (2025) suggeriscono percorsi di:

  • AI literacy: conoscere come funziona un algoritmo, cosa sono i dati e come vengono trattati.
  • Analisi etica di casi d’uso: discutere esempi reali (chatbot, sistemi di raccomandazione, deepfake) per valutare rischi e benefici.
  • Laboratori interdisciplinari: unire informatica, filosofia, diritto, educazione civica e arte per esplorare il rapporto uomo-macchina.

Come suggerisce il Guide to AI in Schools del MIT Teaching Systems Lab (Reich et al., 2025), l’educazione all’IA deve essere «una conversazione continua tra docenti, studenti e comunità, basata sulla sperimentazione e sulla riflessione condivisa».
In questo senso, l’AlgorEtica è una pratica di co-costruzione del sapere digitale.

Minori e IA: la prospettiva dei diritti

L’etica algoritmica non può prescindere dal diritto dei minori alla protezione e alla partecipazione.
Il documento Policy Guidance on AI for Children dell’UNICEF (2021) richiama la necessità di una AI “child-centred”, fondata su sicurezza, trasparenza, equità e inclusione.
L’educazione all’AlgorEtica deve dunque aiutare bambini e adolescenti a:

  • capire come l’IA influenza le loro scelte (dai videogiochi agli algoritmi sociali);
  • riconoscere e segnalare contenuti falsi o manipolati (deepfake, fake news);
  • esercitare il controllo sulla propria identità digitale e sui dati personali.

Si tratta di promuovere un empowerment digitale che unisca conoscenza tecnica e sensibilità etica.

Il ruolo dei docenti e delle comunità scolastiche

Perché l’AlgorEtica diventi realtà, serve una formazione mirata dei docenti, in linea con il framework DigCompEdu (Redecker, 2017).
Le scuole dovrebbero costruire comunità di pratica sull’IA, dove insegnanti, studenti e dirigenti condividano esperienze, strumenti e dilemmi etici.
Le Linee guida MIM 2025 sull’IA sottolineano che la governance dell’IA scolastica deve essere «partecipata, trasparente e orientata alla tutela del benessere educativo».

Coltivare l’intelligenza etica

L’AlgorEtica non è una nuova materia, ma un orizzonte pedagogico.
Significa educare a vivere in un ecosistema di intelligenze – umane e artificiali – dove la conoscenza è condivisa e la responsabilità è collettiva.
Come ricorda l’UNESCO nella Recommendation on the Ethics of Artificial Intelligence (2021), «l’educazione è la prima linea di difesa contro gli usi non etici dell’IA».
La scuola, allora, non deve solo adattarsi agli algoritmi, ma insegnare a guidarli: con etica, competenza e umanità.

  • Ministero dell’Istruzione e del Merito (2025). Linee guida per l’introduzione dell’Intelligenza Artificiale nella scuola. Roma: MIM.
  • European Commission, JRC (2022). DigComp 2.2 – The Digital Competence Framework for Citizens. Luxembourg: Publications Office of the EU.
  • Regulation (EU) 2024/1689 – Artificial Intelligence Act. EUR-Lex.
  • UNICEF (2021). Policy Guidance on AI for Children 2.0. New York: UNICEF Office of Global Insight and Policy.
  • Reich, J. et al. (2025). A Guide to AI in Schools: Perspectives for the Perplexed. MIT Teaching Systems Lab.
  • UNESCO (2021). Recommendation on the Ethics of Artificial Intelligence. Paris: UNESCO.